giovedì 7 agosto 2014

Racconti di viaggio: Costeggiando il Tevere -parte 2-



...Continua (non hai letto la prima parte? Clicca qui) Riprendiamo, successivamente, la strada per  Deruta (siamo sempre nella provincia di Perugia). La prima cosa che facciamo è fermarci ad un chioschetto per “farci” una bella Coca Cola! Fa caldo e la bevanda ci aiuta un po’ a smaltire la fatica. Non sembra ma questi continui “sali e scendi” dalla moto sono davvero debilitanti.  Questa

città è proprio bella. Non per niente è considerata uno dei più bei borghi d’Italia. Non è molto popolosa, conta poco più di 9 mila abitanti. Anche essa è famosa per la produzione di ceramiche artistiche ben conosciute in tutto il mondo. Molto ben conservate le mura medioevali che la circondano. Riavutici dalla bellezza della città ci dirigiamo su Todi Scalo. Da qui inizia il Parco Fluviale del Tevere. Il fiume si incassa nelle Gole del Forello per poi allargarsi nel Lago di Corbara. Una splendida strada provinciale, ricca di ampie curve, gioia infinita per noi motociclisti (SS 448), ci porta fino a Corbara. Una grandissima diga interrompe il flusso del fiume e noi non potevamo non visitarla. Prima però, vista la stanchezza e
l’avvicinarsi della notte, decidiamo di fermarci a Baschi a poco meno di 5 chilometri di distanza. Un simpatico gruppo di abitanti del luogo ci “massacra” d’informazioni e non senza fatica riusciamo a sganciarci per andare al Bed & Breakfast per cenare e passare la notte.  La mattina successiva di buon’ora partiamo per andare a vedere la diga. Siamo ora nella provincia di Terni. E’ curiosa l’impressione che si ha del posto. Sembra uno dei quei luoghi di fantascienza tetri e possenti. Noi eravamo proprio nella parte bassa, e pensare che quella specie di fortezza potesse esplodere da un momento all’altro ci faceva venire i brividi. Le saracinesche
defluivano le acque senza fretta costringendole in una strettoia che poi si sarebbe allargata a valle.  Soddisfatta la curiosità riprendiamo la via per portarci verso Alviano, dove sorge un’altra diga altrettanto importante. Questa volta ad informarci è una pattuglia dei carabinieri il cui capo-macchina  non ci ha lesinato informazioni utili. Ad un chilometro dal centro del paese ecco apparire lo sbarramento. Dopo quasi tre giorni di viaggio le nostre forze cominciano a mancare. Siamo stremati  ma non vogliamo fermarci troppo. La strada da fare è ancora molto lunga.  Proseguiamo per Gallese ma da qui fino alla fine del viaggio è
un susseguirsi di cambi di indumenti: la pioggia non ci ha dato tregua. Attraversiamo Nazzano, Torrita Tiberina, Poggio Mirteto, tocchiamo la Salaria, la Flaminia fino a Castel Giubileo alle porte di Roma (sempre sotto l’acqua). Qui ci viene incontro l’amico Daniele Pardo, buon conoscitore del luogo, che ci indica i posti migliori per far fotografie. Dopo i saluti eccoci a Roma! Il sole ci stava aspettando, finalmente possiamo toglierci di dosso l’ingombrante, anche se utilissima, tuta impermeabile. Dopo una breve pausa a Ponte Milvio proseguiamo fino ad attraversare tutta Roma. Sulla via Portuense adocchiamo un cocomeraio: stop! Pausa. La tentazione è troppo forte.  Dopo tre euro di cocomero inforchiamo la Roma-Fiumicino. Il traguardo è vicino, spingiamo
al massimo le Harley, siamo impazienti di “fissare” la bandierina”. Finalmente arriviamo a Fiumicino. Prima però è d’uopo una visita all’amico Bobo in Darsena. Un breve saluto, un’informazione più precisa e via. Ci siamo, ecco l’idroscalo, la foce, il mare! Ce l’abbiamo fatta. Sono le 18 circa del 26 luglio 2014. EVVIVA.


RobiDue Freedom Italian Tribe



Nessun commento:

Posta un commento